La tecnologia è il fattore che maggiormente incide su questo processo che sta rapidamente modificando il nostro modo di pensare, di vivere e di esperire il mondo circostante.

In questo contesto in continua evoluzione una domanda sembra emergere da più parti: "Quale sarà il ruolo dell'essere umano nel prossimo futuro?"

 

Un tempo tecnologico

Negli ultimi anni stiamo assistendo a una vera e propria rivoluzione che sta interessando tutti gli aspetti della nostra vita. La tecnologia è il fattore che maggiormente incide su questo processo che sta rapidamente modificando il nostro modo di pensare, di vivere e di esperire il mondo circostante. Vita privata, relazioni, lavoro stanno cambiando forma e sostanza alla luce delle innovazioni tecnologiche che rendono possibili attività prima neanche immaginabili.

Tutti noi possiamo notare gli effetti di una rivoluzione che sembra inarrestabile e destinata a portare cambiamenti estremamente significativi in tutti gli aspetti del nostro quotidiano. Pensiamo allo smartphone, uno strumento entrato nelle nostre vite meno di trent’anni fa che oggi è diventato il simbolo di una nuova era. Molto più di un semplice strumento di comunicazione, lo smartphone è diventato quasi un’appendice dell’essere umano contemporaneo: è la nostra memoria, la nostra rete, il nostro lavoro, il mezzo privilegiato per aprirci al mondo e alle persone che lo abitano.

Human Centricity

La trasformazione è in atto

Questa semplice riflessione ci fa comprendere come la tecnologia sia entrata nelle nostre vite producendo un impatto non confrontabile con quello causato dalle innovazioni tecnologiche del passato. La trasformazione in atto sta dando vita a un sistema complesso i cui contorni sono difficili da disegnare. Gli effetti di una rivoluzione così rapida e pervasiva sono al centro di molte  ricerche e analisi che interessano diversi settori di studio: dalla psicologia alla biologia, dall’economia alla politica.

Al di là degli aspetti puramente teorici, è innegabile che la presenza sempre più massiccia della tecnologia stia portando a un ripensamento generale del sistema-mondo. Ma in questo contesto in continua evoluzione una domanda sembra emergere da più parti: “Quale sarà il ruolo dell’essere umano nel prossimo futuro?”.

 

Lavoro, tecnologia, persone

La riposta a questo pressante interrogativo, come tutte le risposte a domande complesse, non è semplice e univoca. È necessario però impegnarsi a delinearne i contorni soprattutto per quanto riguarda il mondo del lavoro. Perché – e la Storia ce lo insegna – è lì che possiamo cogliere con maggiore chiarezza ed evidenza quali siano le tendenze, le potenzialità, i pericoli e le sfide che dovrà affrontare la società di domani. Nel settore industriale, la tecnologia è sempre stata protagonista. Il lavoro è cambiato quando sono cambiate le tecnologie, e la società, ogni volta, è cambiata di conseguenza.

Per chi fa parte del sistema produttivo, è dunque  importante e doveroso affrontare la questione con serietà e senso di responsabilità, con l’obiettivo di ristabilire i ruoli tra le parti in gioco. Quanta importanza ha la tecnologia? Quanta importanza hanno le persone? Che relazione intercorre tra le due parti? Soltanto partendo dalla risposta a queste domande si potrà costruire – in modo trasparente e condiviso – il futuro di tutti.

Prima Power CEO Ezio Basso

Le persone al centro

L’Industria 4.0 può essere definita come un sistema complesso caratterizzato dall’automazione industriale, dalla digitalizzazione e dalle nuove tecnologie utili a migliorare le condizioni di lavoro, creare nuovi modelli di business, aumentare la produttività e migliorare la qualità dei prodotti. Lungi dal riguardare solamente l’ambito tecnologico e produttivo, il grande cambiamento in atto riguarda ancor di più il fronte culturale, il modo stesso di intendere il lavoro. Questo comporta una ridefinizione del ruolo svolto da quelle che fino a pochi anni venivano definite “risorse umane” oppure “capitale umano”. Oggi a questa espressione si va sostituendo quella più semplice e corretta di “persone”.

Questa variazione lessicale non rappresenta soltanto un vezzo formale. In uno scenario in cui l’automazione, il digitale, le intelligenze artificiali stanno prendendo sempre più spazio, è fondamentale concentrare di nuovo l’attenzione sulle persone, le vere protagoniste di questo cambiamento. È a loro che spetta il compito di guidare questa trasformazione, è a loro che compete delineare le traiettorie da seguire per procedere sulla strada del futuro. Se è vero che la tecnologia offre strumenti sempre più raffinati per trarre vantaggio e profitto, è altrettanto vero che soltanto le persone hanno le capacità cognitive per dare vita a idee e visioni. Solo la mente umana ha le doti di creatività ed empatia che consentono di indirizzare la crescita e lo sviluppo verso la sostenibilità e l’inclusione. Solo l’essere umano ha la visione d’insieme e la possibilità di agire con l’intelligenza collettiva, avendo le persone al centro della prospettiva.

 

Un lavoro di squadra

Una corretta interazione tra uomo e macchina crea un sistema vincente nel quale entrambe le parti potranno dedicarsi a ciò che sanno fare meglio. L’essere umano, per esempio, è e sarà insostituibile nello sviluppo, nell’addestramento e nella gestione delle macchine le quali, a loro volta, manifesteranno tutta le qualità che già oggi le rendono fondamentali: velocità, forza, affidabilità ed efficienza – oltre alla fondamentale capacità di raccogliere, analizzare ed elaborare enormi quantità di dati.

La tecnologia, in questo senso, può essere pensata non solo come un sostegno tecnico-pratico per il lavoratore, ma addirittura come un acceleratore per la sua crescita professionale: quanto più le macchine saranno in grado (di nuovo grazie all’uomo) di svolgere mansioni “pesanti”, tanto più il lavoratore potrà dedicarsi alla formazione e allo sviluppo di competenze più specializzanti e appaganti. Non è un caso che alcuni studiosi parlino di un passaggio dal termine “manodopera” a quello di “mentedopera”.

Prima Power Human Friendly Solutions

L'umanesimo digitale

La centralità delle persone è ben chiarita dal concetto di Umanesimo Digitale, un’espressione che sintetizza in modo efficace il periodo storico che stiamo vivendo: da un lato l’uomo come centro-propulsore e allo stesso tempo obiettivo di ogni attività, dall’altro il digitale come strumento e linguaggio attraverso cui questa centralità vive e comunica.

L’Umanesimo Digitale riconosce l’unicità dell’essere umano e si serve della tecnologia per ampliarne le potenzialità. In un contesto in cui l’essere umano sta riappropriandosi del ruolo di protagonista all’interno del panorama produttivo, è dunque necessario concentrare l’attenzione sul sistema valoriale che guida le persone all’interno di una realtà lavorativa. Soltanto chiarendo quali siano i valori fondamentali per un gruppo di lavoro sarà possibile avere la certezza di impegnarsi tutti insieme per il raggiungimento di un obiettivo comune. 

 

Il potere è nelle nostre mani

Il dialogo è alla base di ogni rapporto funzionale. Sia il dialogo tra le persone che lavorano insieme (a qualunque livello e in modo trasversale) sia quello tra l’azienda e la comunità più ampia.

Quanto più riusciremo a rendere condivisi e concreti i nostri valori durante la nostra attività lavorativa, tanto più potremo costruire un mondo nel quale il rispetto, la trasparenza, la vicinanza e la correttezza siano beni insostituibili e necessari non solo per noi, ma anche per il contesto sociale in cui siamo inseriti. Mai come ora, abbiamo il dovere di sentirci parte di un tutto. Sappiamo che il nostro lavoro ha un impatto sui territori in cui operiamo, sulle persone che lo abitano e, più in generale, sul Pianeta che ci ospita.

Per questo sentiamo forte la responsabilità di porre ancora di più le persone al centro del nostro impegno e dedicare tutta la nostra energia per la costruzione di un futuro in cui le persone possano esprimere, proprio in virtù delle loro differenze, tutte le loro potenzialità nel migliore dei modi e con quella passione che nessuna macchina potrà mai provare.

 

Alla human centricity è dedicato l'ultimo numero di Power Line, il magazine del Gruppo Prima Industrie. Leggilo qui